venerdì 1 gennaio 2010

L’odontologia forense e il delitto di via Poma

L’ultimo caso che ha riportato le lesioni da morso nella cronaca nera è un delitto per il quale è stata appena emessa la sentenza di primo grado. Il 7 agosto del 1990 una giovane impiegata, Simonetta Cesaroni, fu uccisa con 30 coltellate in un ufficio di via Carlo Poma a Roma. Dopo anni di oblio il caso si è riaperto, quando i periti del giudice hanno affermato che il morso sul seno sinistro è compatibile con l’arcata dentale di Raniero Busco, all’epoca fidanzato della vittima. Raniero Busco si è sempre proclamato innocente, ma il tribunale, sulla base di una serie di prove, lo ha dichiarato colpevole. Il caso è stato affidato a Emilio Nuzzolese, odontologo forense, che è stato nominato perito della difesa.

Nella sua attività di perito gli è capitato di affrontare diversi casi di lesioni da morso , ma quante volte ha potuto indicare con ragionevole sicurezza una corrispondenza tra lesioni esaminate e dentatura del sospetto aggressore in base al solo esame morfologico?

Il solo esame morfologico è sufficiente a confermare l’origine dentale e umana della lesione.


L’individuazione di corrispondenze e di compatibilità richiede, invece, un’approfondita analisi tecnica, non solo della lesione, ma anche della dentatura dei sospettati. I riscontri valutativi sono condizionati dal reato ipotizzato e dalle opportunità di svolgere i rilievi tecnici sul soggetto. Per esempio in un cadavere, insieme con il patologo forense, è possibile eseguire tutti i rilievi: dalle fotografie digitali con diverse fonti di luce, alla dissezione dell’area per l’osservazione con sistemi di ingrandimento.

Inoltre, si deve sempre ricordare che un bitemark non riproduce l’impronta dei denti sulla cute, bensì rappresenta la sua reazione vitale al trauma subito. Ecco perché i morsi inferti dallo stesso soggetto potranno lasciare tracce e segni differenti, comunque in grado di permetterne l’individuazione attraverso metodiche informatizzate di analisi morfometrica di compatibilità applicate su tutti i sospettati. La possibilità di svolgere tutti i necessari rilievi tecnici sia sulla vittima sia sui sospettati rendono estremamente affidabile questo accertamento medico-legale: i bitemark.

Tuttavia, a differenza di altre scienze di analisi, esistono alcuni limiti che dipendono dalla qualità e dalla quantità di informazioni oggettivamente ottenibili, spesso però conseguenti all’opportunità per l’odontoiatra forense di intervenire tempestivamente. In ogni caso l’attività di un perito odontoiatra potrà essere coadiuvata dal patologo forense, nel rispetto delle reciproche competenze, con grandi vantaggi nei riscontri valutativi soprattutto nell’ambito, per esempio, della genesi temporale della lesione.

Per quanto concerne il famoso delitto di via Poma, senza entrare nei dettagli tecnici del caso, si può dire che è uno di quelli in cui la presenza di un morso sul corpo della vittima è determinante per stabilire l’innocenza o la colpevolezza di un sospettato. È stato sicuramente difficile comparare la dentatura dell’indagato – a troppi anni di distanza – e la lesione da morso che il perito non ha potuto esaminare direttamente sulla vittima. L’operato degli altri periti dentisti ha individuato una compatibilità tra il morso e la dentatura di Raniero Busco nel 2008. Purtroppo, nell’agosto 1990 non fu richiesto un accertamento da parte di un perito odontoiatra con tutte le conseguenze in ordine alla affidabilità tecnica sia dei rilievi di allora sia delle valutazioni comparative di oggi. Proprio l’esiguità dei dati avrebbe dovuto scoraggiare la valutazione comparativa con un solo soggetto. Secondo quanto ho rilevato e sulla scorta degli stessi dati tecnici a disposizione dei periti già intervenuti, posso comunque escludere che il morso sia stato inferto da Raniero Busco. Le caratteristiche dentali e il tipo di segni che Busco avrebbe lasciato nell’atto di addentare per mordere sono stati analizzati secondo le procedure suggerite dall’American Board of Forensic Odontology, l’organo che certifica gli odontoiatri forensi negli Usa.

In conclusione, la sentenza di via Poma traduce una complessa attività d’indagine. Solo la lettura delle motivazioni permetterà la vera comprensione di quegli elementi che hanno portato a ritenere Raniero Busco colpevole.



CENTRO MEDICO DENTISTICO

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Il delitto di via Poma: un giallo senza fine


Il delitto di via Poma: un giallo senza fine


Tipologia: audiolibro
Autore: Jacopo Pezzan e Giacomo Brunoro
Speaker: Max Dupré, Rita Zanchetta, Nino Carollo e Mauro Ferreri
Durata: 1h 25′
Data pubbl.: 2011

Descrizione

Il giallo di via Poma è senza dubbio uno dei casi più famosi e complicati degli ultimi vent’anni, un giallo che per moltissimo tempo è stato il cold case per eccellenza della storia italiana. Questa brutta storia è cominciata nell’estate nel 1990 e, nonostante la sentenza di primo grado che ha condannato pochi mesi fa Raniero Busco, la sensazione è che non sia ancora finita.

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Libro : Io, Via Poma e... Simonetta


Libro : Io, Via Poma e... Simonetta

Autore: Volponi Salvatore
Editore: E.N.I.A.P.A.S.
Pagine: 128
ISBN: 8890154004
ISBN-13: 9788890154003
Data pubbl.: 2004


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La ragazza con l'ombrellino rosa. L'omicidio di via Poma venti anni dopo


La ragazza con l'ombrellino rosa. L'omicidio di via Poma venti anni dopo



Autore: Patruno Igor
Editore: Ponte Sisto

Pagine: 272
ISBN: 8895884256
ISBN-13: 9788895884257
Data pubbl.: 2010

Descrizione

La ricostruzione dettagliata di 19 anni di indagini. La storia di un omicidio assurdo ed inquietante raccontata quasi come un romanzo.

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Il delitto di via Poma. Sulle tracce dell'assassino


Il delitto di via Poma. Sulle tracce dell'assassino

Autore: Lavorino Carmelo
Editore: Il Filo
Genere: problemi e servizi sociali
Argomento: delitto cesaroni, simonetta
Collana: Crimen
ISBN: 8856729814
ISBN-13: 9788856729818
Data pubbl.: 2010

Descrizione

Via Poma: due parole che nel mondo dell'investigazione criminale e della cronaca giudiziaria sono diventate simbolo e luogo del giallo dei gialli, secondo in Italia solo ai delitti del Mostro di Firenze, il ricordo bruciante e ossessivo di un insuccesso investigativo. È il 7 agosto del 1990. In un palazzo di via Poma a Roma, lavora come segretaria part-time la ventenne Simonetta Cesaroni. Quel giorno Simonetta entra in ufficio intorno alle 16, deve sbrigare delle pratiche contabili: nessuno la rivedrà più viva. Alle 23:20 viene ritrovata cadavere nei locali dell'ufficio, quasi nuda, massacrata con ventinove colpi d'arma bianca al volto, al petto e all'inguine, sul seno il probabile segno di un morso. Ha così inizio il giallo di Via Poma, di cui Carmelo Lavorino si è occupato fin dall'inizio, come autorevole criminologo e consulente di parte di uno degli imputati. Attraverso una dettagliata ricostruzione della vicenda, Lavorino propone al lettore un'appassionante indagine scientifica, poliziesca e giudiziaria che s'insinua in tutti i misteri e gli scenari del caso, sino a fornire una soluzione inedita, logica e alternativa alle piste finora seguite dagli inquirenti.

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