giovedì 7 luglio 2011

Le contraddizioni di Volponi

Durante l'inchiesta di questi 20 anni non è stato solo l'atteggiamento agitato e sospetto di Salvatore Volponi, riferito da più di un teste, a riempire di ombre e interrogativi la sua posizione nella vicenda.
Ci sono state anche delle contraddizioni nelle sue stesse dichiarazioni rese durante questi lunghi anni.

Ne vogliamo evidenziare due. La prima riguarda l'ultima volta che avrebbe incontrato Simonetta da viva. E' una dichiarazione data al processo, ripetuta anche all'interno del suo libro sulla "Io, via Poma e Simonetta":
Avv. Loria: Quand'è che ha visto Simonetta l'ultima volta da viva?
Volponi: la... diciamo nella... nella mattinata del 7... nella prima mattinata... dovevamo fare un piano per tutte le cose che c'erano da fare.

Ma dalle prime dichiarazioni del 1990 (verbali dell'8-8-1990, 14-8-1990) risulta invece che si incontrarono il lunedì mattina, non il martedì, tanto che specificò pure che passò tutto il martedì mattina con il dentista ed il medico di famiglia.

Loria contesta questa contraddizione al Processo, ma Volponi dice di non ricordarsi.

Invece si ricorda benissimo di una circostanza, citata pure nel libro:
"Non c'è bisogno che venga - disse con voce precisa la ragazza - sono sicura di farcela. Me
la sono sempre cavata da sola, non capisco perché oggi dovrei avere bisogno dell'aiuto di
qualcuno".
"Posso dettarle i dati delle fatture per fare prima" - dissi.
"No, dottor Volponi, non si scomodi, le ripeto, posso tranquillamente farcela da sola - rispose decisa la ragazza".
Insistetti di nuovo per vedere la sua reazione, ma lei, con voce infastidita e decisa mi fece capire che sarebbe stato meglio che non fossi andato in ufficio quel giorno.
Restammo intesi che in ogni caso mi avrebbe telefonato alle 18,20.
Mi chiederò per sempre il perché di quella risposta!
Perché Simonetta non voleva che andassi in ufficio a via Poma? Perché tanta resistenza? Chi aspettava Simonetta? A chi aveva dato appuntamento in quell'ufficio?".

E ripetuta al processo:
"Guardi, io soltanto mi ricordo una cosa precisa, quando io insisevo per dire: "Ma vuole una mano, che gli dia... l'accompagno... una mano, vuole che finiamo... così finiamo il lavoro", destra e sinistra, la IRREMOVIBILITA' di Simonetta A NON FARMI ANDARE".

Questo è un punto importante perchè ha favorito l'avvalorarsi della tesi secondo la quale Simonetta VOLEVA restare da sola a via Poma per incontrare il fidanzato, l'attuale imputato Raniero Busco. In un ufficio estraneo che frequentava solo da poco più di un mese. Con la incredibile sicurezza che nessuno degli altri dipendenti sarebbe passato nel pomeriggio, per un qualsiasi motivo.

Ma pure questo non corrisponde a quanto dichiarato nei primi verbali.
Il 29 agosto 1990 infatti Volponi afferma:
"Non dissi mai a Simonetta che non sarei andato martedì pomeriggio nell'ufficio degli ostelli. Per quanto mi consta Simonetta era rimasta che doveva telefonarmi o che mi avrebbe visto passare presso gli ostelli".

Perchè queste contraddizioni? Perchè questa vicenda è piena di personaggi che, con la scusa del lungo tempo trascorso, cambiano versioni e orari a proprio piacimento?
E' veramente colpa della memoria o ci si adegua per convenienza alla tesi accusatoria di turno?

Gabriella Schiavon

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