giovedì 18 ottobre 2012

Accanimento ingiustificato e spreco di soldi pubblici.

Si poteva finire qui.
Si poteva accogliere la sensata sentenza d'Appello e chiudere i conti con un passato confuso e oscuro.
Si poteva riconoscere che ci si può sbagliare e che non era il caso di insistere specando ulteriori risorse economiche pubbliche. In un momento veramente triste della nostra storia, dove molte persone sono costrette a rovistare nella spazzatura per tirare avanti e molte altre presto seguiranno lo stesso destino.

Ma invece si è deciso di insistere, per salvare la faccia, per giustificare quel passato investigativo lungo e molto molto costoso.

Così non mollano e ricorrono in Cassazione.

Per chi? Non certo per la giustizia, visto che di giustizia non si tratta.

Per noi cittadini? Non credo proprio visto che la quasi totalità di persone, giornalisti, criminologi, avvocati si era chiaramente espressa a favore dell'innocenza di Raniero Busco.

Per Simonetta? Nemmeno per lei o per suo padre, che avrebbero sicuramente voluto vedere in galera il vero responsabile della sua crudele morte.

Allora per chi?

Eppure una Perizia super-partes si era espressa con toni fortemente chiari e convinti.
Super-partes significa, lo ricordiamo, disposta da un giudice con periti da lui nominati  e non al servizio pregiudiziale dell'accusa o della difesa.

E quindi eccoci, siamo di nuovo qui a lottare, informare, urlare lo sdegno verso una vicenda giudiziaria assurda, ingiusta, incredibile.

Gabriella Schiavon

Leggere a proposito l'ottimo articolo de 'La Repubblica':
 Quegli errori giudiziari che costano come una manovra

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