lunedì 28 novembre 2011

Documento: la lettera del Prof. Fori all'Avv. Coppi

"Caro Prof. Coppi, faccio seguito al nostro recente incontro... per sintetizzare in forma scritta quanto ho ritenuto doveroso comunicarTi.
Non ho seguito, se non nei resoconti giornalistici, il processo contro Busco e quindi non so nulla del dibattimento. Ma quando è stata resa nota la sentenza sono rimasto molto colpito dalla condanna in quanto i dati probatori di mia diretta conoscenza erano tali da mettere in serio dubbio le conclusioni della Corte.

Ho così riletto la mia relazione d'ufficio collegiale, redatta con i colleghi proff. Pascali e Destro-Bisol su incarico del GIP Giuseppe Pizzuti ma del resto non ve n'era bisognono in quanto ricordavo molto di quella difficile indagine. Poiché non sono stato sentito durante il processo mi chiedevo cosa ne fosse stato degli accertamenti su tracce da me personalmente eseguiti all'epoca. Non intendendo, per evitare clamore mediatico, parlarne con il precedente difensore di Busco, che non conosco, ho ritenuto opportuno rivolgermi a un vecchio amico, ora anch'egli pensionato e mio vicino di casa, il procuratore (omissis) il quale ha ritenuto che io abbia non solo l'obbligo morale di intervenire, bensì anche quello giuridico (omissis).

Ti invio copia della perizia, che ovviamente deve essere agli atti. All'epoca fummo incaricati solo di acccertamenti su tracce. Nell'istituto di Medicina Legale dell'Università Cattolica che allora dirigevo, arrivò una grande quantità di reperti, che ccuparono un'intera stanza. Ma gli unici reperti utili erano la porta e alcuni residui di precedenti accertamenti eseguiti presso il laboratoro di polizia scientifica. La polizia aveva senza dubbio consumato troppo materiale, ma c'erano all'epoca delle giustificazioni tecniche.
Fece però un'importante scoperta: sulla maniglia della porta dell'appartamento si trovava una lunga striscia di sangue, peraltro in parte consumata quando è gunta a noi ed il sangue era stato tipizzato come gruppo A. Simonetta era di sangue 0 e quindi il sangue non era il suo. Esaminammo il sangue di varie persone, anche offertesi spontaneamente. Tra queste il Busco, che è di gruppo 0 (nelle conclusioni della perizia non si fa il suo nome perchè egli non era indagato ma solo volontario).

Su quella traccia abbiamo effettuato varie indagini ma quella che è dirimente è che si è confermato, in quattro successive prove, eseguite da me personalmente (che per decenni ho pubblicato anche all'estero articoli sul sistema AB0 ed ho pertanto una rilevante esperienza) il gruppo A sulla traccia. Potremmo anche parlare delle altre indagni su tracce riferite nella nostra perizia - sulle quali, per i limiti tecnici dell'epoca, non mi sento di giurare. Ma l'AB0 è tipizzato in Italia e altrove da circa un secolo e non lascia dubbi. Purtroppo l'indagine non si può ripetere perchè quando io ho riconsegnato, dopo anni, la porta alla polizia, non vi era più alcuna traccia visibile (non escludo che col luminol non potesse trovarsi qualcosa: d'altro canto molti anni dopo è stata eseguita un'altra perizia d'ufficio).

La verità processuale è che il sangue sulla maniglia è di gruppo A e che Simonetta e Busco sono di gruppo 0.
Nella sentenza il tema è appena sfiorato ed accantonato incomprensibilmente e colpevolmente.

Se ne deve dedurre con certezza processuale:
  • che il sangue sulla maniglia non è di Busco, bensì di un'altra persona che evidentemente si è ferita colpendo Simonetta
  • che in alternativa si può solo immaginare che gli assalitori presenti fossero due e che comunque uno soltanto si è ferito ma non Busco!

Aggiungo marginalmente una consderazione relativamente al sangue: che notoriamente anche in pccola quantità macchia moltissmo e ci si può figurare quanto se la vittima sia colpita con molte coltellate. Ho letto una tesi un pò singolare: che il sangue sarebbe stato trattenuto dentro il corpo: il chè è ovvio ma altrettanto ovvio è che molto altro ne sia stato versato all'esterno (immagino ci sia qualche foto del sopralluogo!). Ne consegue che l'autore, o qualcuno che l'ha poi aiutato, ha dovuto impegare molto tempo per la accurata pulizia: e gli stracci non sono stati trovati neppure nei cassonetti adacenti l'edificio. Questo il motivo del forte sospetto che la pulizia sia stata eseguita da un abitante del condomino.

Ma questa è altra questione rispetto al problema del gruppo A che mi riguarda personalmente e che può essere causa di un gravissimo errore giudizario. Un estraneo sarebbe fuggito di corsa e non si sarebbe invece pericolosamente attardato a fare puliza.

Cordialmente
Angelo Fiori"

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