sabato 10 dicembre 2011

Carmelo Lavorino: Indagini all'italiana

Il giallo di Garlasco e l'assoluzione di Alberto Stasi dimostrano (ma anche molti altri "gialli") che in Italia le indagini sono assurte ancora a "scienza d'investigazione criminale", che molte volte si cerca "un colpevole" e non "il colpevole", che vi sono pressappochismi, improvvisazioni, innamoramenti della tesi, pregiudizi, primadonnismi e protagonismi.

Io non so se Stasi è innocente o colpevole, certamente è stata la pista privilegiata (se non l'unica) e "infermieri spacciatisi per chirurgi e muratori spacciatisi per ingegneri" si sono improvvisati investigatori criminali di altissimo livello tentando di fare quello che non sanno fare.

Gli errori sul computer di Stasi e del DNA sulla bicicletta li conosciamo, ma è incredibile che dopo quattro anni la Pubblica accusa vada a chiedere quelle perizie che dovevano essere effettuate tramite accertamenti tecnici all'inizio dell'indagine: prima si effettuano tutti i rilievi, gli accertamenti e le analisi sulla/della scena, dei reperti e di laboratorio, contemporaneamente si effettuano sia le attività medico legali e forensi, sia quelle investigative, d'intelligenze e di analisi dei dati info-investigativi, poi si passa ad accusare le persone che restano nel mirino investigativo. Ed è incredibile che si vada ad accusare una persona senza conoscere l'ora, l'arma, il movente e il contesto dell'omicidio.

Se una ragazza è gravemente malata viene affidata alle cure dei medici ed alle loro procedure; se si deve costruire un palazzo intervengono gli ingegneri; gli aerei sono pilotati dagli specialisti addestratissimi ad avere la responsabilità di centinaia di persone ... e così via ...: invece, quando c'è un omicidio, le indagini e la scelta dell'imputato prima, e la conduzione dell'impianto accusatorio dopo, vengono espletati da chi, con cosa, su quali criteri e metodi?

Gli Inquirenti sono stati delegati dal Popolo italiano, dallo Stato e dalla Legge a individuare i veri colpevoli, non ad elaborare impianti accusatori costruendo colpevoli in laboratorio, in ossequio agli innamoramenti della tesi.

Sarebbe il caso che gli avvocati difensori delle persone offese e dei familiari delle vittime, si attivino per elaborare strategie e linee autonome e originali, smettendola di accodarsi agli Inquirenti.

Carmelo Lavorino

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