mercoledì 9 marzo 2011

Il rebus della sparizione delle chiavi

Nella condanna piena di dubbi inflitta a Raniero Busco restano aperti diversi rebus. Uno dei più importanti riguarda la sparizione delle chiavi che la vittima aveva avuto in dotazione per entrare negli uffici dell’AIAG.
Si tratta di un mistero che la PM non ha nemmeno sfiorato nella sua requisitoria, ed a pensarci bene si capisce perché.
Perché anche solo accennare l’argomento avrebbe rischiato di mettere in moto una serie di considerazioni che avrebbero di sicuro instillato forti dubbi sulla tesi Raniero Busco.

Per la precisione i mazzi di chiavi attorno a cui ruota la vicenda sono tre:
  • quello in dotazione a Simonetta,
  • quello che i portieri tenevano in guardiola per entrare negli uffici nei casi di necessità,
  • quello usato come scorta dagl’impiegati dell’AIAG e che di solito stava appeso dietro la porta d’ingresso degli uffici.
Riguardo l'ultimo mazzo: "Il pubblico ministero ha fatto notare che quelle chiavi sono state sequestrate a Giuseppa De Luca, che le teneva strette dietro la schiena, quasi volesse nasconderle, quando un funzionario della Mobile di Roma gliele chiese per accedere nell’appartamento al terzo piano di via Poma, 2.” ci ricorda il giornalista Igor Patruno dal suo sito, nella parte che ha magistralmente dedicato all’omicidio.

Durante il processo, quest’ultimo mazzo ha decisamente rubato la scena al paio posseduto da Simonetta, sia perché la PM se ne è servita per scollegare dall’omicidio tutto il pasticcio che è avvenuto dopo, in quanto vi sono invischiati personaggi come Vanacore, Caracciolo,
Volponi e Carboni, per i quali non è stato possibile adombrare il benchè minimo collegamento con Raniero Busco, sia perché, come accennavo, addentrarsi nel rebus che sta dietro la sparizione del mazzo dato a Simonetta, rischiava di suscitare considerazioni decisamente scomode per la tesi di Busco omicida.

Eppure secondo me chiedersi che fine abbia fatto questo mazzo è una domanda chiave.

Perché presuppone una serie di risposte che inevitabilmente allontanano dall’ipotesi dell’omicida completamente estraneo al luogo del crimine inteso nel senso più lato, dagli uffici dell’AIAG fino a comprendere tutto il condominio di via Poma, passando per la palazzina B.

Proviamo a dare le risposte più logiche a questa domanda.

Le ha prese Vanacore? Se le avesse prese lui, che necessità aveva di prendere quelle di scorta dell’ufficio, che fanno la sua comparsa nelle mani della portiera la notte dell’omicidio.

Allora le ha prese l’omicida?! Certo è assai più logico che le abbia prese proprio l’omicida. Personalmente propendo decisamente per questa risposta.
Non vedo alternative altrettanto o più probabili.

Ma se l’omicida fosse Raniero, cioè una persona completamente sradicato dall’ambiente in cui è avvenuto il delitto, perché le avrebbe prese? Perché avrebbero potuto condurre gl’inquirenti fino a lui? E come? Anche se in qualche momento antecedente all’omicidio, avesse potuto averle toccate, sarebbe bastato ripulirle dalle proprie impronte.

Eppure l’omicida quelle chiavi le ha addirittura cercate, perché stavano nella stanza di lavoro di Simonetta, per di più riposte nella sua borsetta.

E allora la risposta più logica non può che essere una: l’omicida le ha prese per entrare ed uscire a proprio piacimento dall’ufficio.

Ma un’intenzione del genere presuppone inevitabilmente che si tratti di persona territoriale, che lì aveva altre “basi”, non di un ragazzo come Raniero, che doveva fuggire lontano da lì il più presto possibile, per rifugiarsi il più presto possibile nell’alibi del suo garage.

Oppure si deve credere che l’ intenzione di Raniero Busco fosse quella di tornare a notte fonda negli uffici dell’AIAG per far sparire il cadavere, magari portando anche qualche complice di rinforzo, armato di ramazza e spolverini per riordinare la scena del delitto?!

Converrete spero che questo sarebbe troppo anche per un omicida come quello che ha ipotizzato la PM Calò, che se ne va senza neppure chiudere la porta dell’ appartamento dove ha appena fatto una carneficina!

Manuela Mori

5 commenti:

  1. POssibile che il pm tutte queste domande non se le sia fatte? O forse si? Ma ha evitato sapientemente di darsi delle risposte perchè non gli facevano comodo??

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  2. manu, sai bene quanto ci siamo inalberati quanto la pm che ha doti di preveggenza ventennale stile piattino di prodi nel caso moro ci ha propinato LA PORTA SOCCHIUSA.......io su questo argomento non voglio neanche tornare perche' credo che non ci voglia un' intelligenza superiore per capire che E'SOLO UNO STERILE TENTATIVO di far uscire dai fatti gli inquilini che e' straprovato hanno bivaccato negli uffici a cadavere da scoprire.opera di scollegamento che ha lasciato interdetto molinaro stesso che ha cercato di recuperare con LA LUCE ACCESA nella stanza.........piuttosto dobbiamo ancora capire se quella serratura prevedeva che le chiavi si potevano inserire dall' interno oppure c' era una manopola come esiste in determinati portoni, su quest' argomento qualche risposta l' abbiamo avuta ma non definitiva...se le chiavi come pensiamo erano attaccate dal di dentro l' omicida le ha dovute per forza toccare e di conseguenza portare con se e quindi dobbiamo presumere che vanacore e' entrato o perche' ha sentito qualcosa e si e' trovato davanti al disastro o perche' avvertito.......da qui non si fugge, E' INUTILE QUALSIASI ALTRA SPIEGAZIONE......e dato che vanacore o qualcun' altro( agendina lavazza e telefonate partite dagli uffici ne sono la prova) sono stati negli uffici per alterare i fatti NON POSSONO AVERLO FATTO PER AIUTARE RANIERO COMPLETAMENTE SCOLLEGATO DA VIA POMA....la porta socchiusa? ma pensa te dove si deve arrivare per offendere una logica semplicissima....

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  3. @ELEONORA. Se la serratuta del portoncino d'ingresso dell'AIAG era del tipo che supponi tu, cioè dava la possibilità di inserire le chiavi dall'interno e, come effetivamente è assai probabile, la vittima aveva preso questa precauzione, allora l'omicida LE CHIAVI NON LE HA DOVUTE CERCARE, SE LE E' TROVATE SOTTO IL NASO!ED E' STATO COSTRETTO A TOCCARLE per aprire! quindi se le sarebbe portate via perchè c'erano le sue impronte, lasciate per aprire ma anche per richidersi la porta alle spalle. Insomma, se le cose sono andate davvero così, allora davvero LA TESI DEL PM, DELLA PORTA DIMENTICATA O VOLUTAMENTE LASCIATA SOCCHIUSA DIVENTA DAVVERO INSOSTENIBILE! Aspettiamo di leggere le motivazioni...Certo varrebbe davvero la pena appurare che tipo di serratura aveva il portoncino...ma, in qualunque caso, approfondire il rebus delle chiavi scomparse non fa che portare acqua al mulino dell'innocenza di Raniero!
    Manuela

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  4. manu, sono marco battistelli, l' account eleonora e' un account dell' ufficio dato che non avevo indirizzi disponibili.e' chiaro che in entrambi i casi raniero non c' entra nulla ma cambia di molto se vogliamo vagliare le ipotesi alternative. io qualche indagine l' ho fatta ma ci sono versioni discordanti. avendo dato per scontato che la porta non puo' essere socchiusa l' ho valutata come un tentativo mal riuscito di ulteriore opera di scollegamento e quindi solo un' altro punto a favore dell' innocenza di raniero ma se vuoi posso dirti CHE SAREBBE ORA CHE CI SI DOMANDASSE PERCHE' MANCANO DETERMINATI EFFETTI DI SIMONETTA....oltre i vestiti a cui possiamo dare una spiegazione logica, mancano SOLDI,CHIAVI,OROLOGIO, e siamo convinti che non sono stati portati via a caso.........no proprio......sono stati portati via perche' pericolosi per l' assassino, e allora dato che alcuni di questi oggetti erano nella borsa CHIEDETEVI PERCHE'QUALCUNO HA CERCATO NELLA BORSA.......questi elementi oltre che allungare la tempistica e tenendo conto dei tempi di essicamento del sangue SFORIAMO ALLA GRANDE CON L' IPOTESI BUSCO unendole a qualche cosetta presente nelle carte d' indagine dell' epoca mai emerse ci danno un quadro che inserito nella dinamica E'MOLTO INTERESSANTE........lo ripeto, i fatti sono li', basta collegarli e basterebbe qualche riscontro su persone che non possono non sapere perche' l' enigma di via poma E'STATO COSTRUITO e come ogni cosa costruita presenta degli errori che la dinamica e i fatti smascherano paurosamente.......

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  5. Se SC si fosse chiusa dentro lasciando le chiavi nella toppa- abitudine attestata dalla madre nelle dichiarazioni rese al processo- l'assassino avrebbe dovuto avere un titolo o un buon pretesto per farsi aprire. In tal caso, si spiegherebbe come, trovandosele a disposizione, l'assassino se ne sia impossessato e se ne sia servito per chiudere la porta dietro di sè. Ben più grave l'ipotesi che vede l'assassino asportare le chiavi dalla borsa della vittima. nella borsa, infatti, c'erano anche le chiavi di casa di SC- vedi testimonianza della sorella al processo- pertanto si dovrebbe supporre che l'assassino sia andato a colpo sicuro,riconoscendo il mazzo giusto- è impensabile che in quel contesto si sia messo anche a provare le varie chiavi.. ad ogni modo, la vera domanda è: perchè chiudere la porta a chiave, quando sarebbe bastato chiuderla e basta?

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